Nelle ultime settimane la cronaca ci sta restituendo il ricordo di uno degli accadimenti più efferati del nostro Paese: la strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006. Due i motivi: il primo perché Rosa Bazzi e Olindo Romano, i coniugi condannati all’ergastolo per l’omicidio di quattro persone, sono usciti dall’isolamento diurno durato tre anni e si preparano alla revisione del processo. Il secondo perché è morto Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto alla strage, divenuto il ‘supertestimone’ che accusò Olindo Romano.
Su molta stampa è da rilevare, tuttavia, una inesattezza. In tanti hanno scritto che Mario Frigerio accusò “immediatamente” la coppia. “È stato l’Olindo” disse con un filo di voce dal letto di ospedale.
È doveroso ristabilire la verità: nel verbale del primo interrogatorio avvenuto il 15 dicembre, quattro giorni dopo la strage, si legge che il testimone Frigerio riferì: “Quell’uomo ha estratto un coltello e mi ha tagliato la gola. Posso descrivere l’uomo come segue: corporatura robusta, tanti capelli corti neri, carnagione olivastra, occhi scuri, senza baffi, era vestito di scuro, ma non so precisare il colore”. Inoltre, l’inquirente aggiunge: “Si dà atto che il Frigerio ha altresì dichiarato che l’appartamento dei Castagna era frequentemente frequentato da extracomunitari di etnia araba”. Queste caratteristiche somatiche non corrispondono a Olindo, né vi sono sospetti che egli fosse un extracomunitario. Il suo ricordo è cambiato nel tempo sotto l’azione di interrogatori, nei quali si suggeriscono le risposte, si instillano dubbi e si pongono esercizi di immaginazione.
Se un testimone viene interrogato nei giorni immediatamente successivi al delitto è altamente probabile che sia vero quanto sostiene di aver visto. Se un testimone cambia idea dopo sollecitazioni, queste testimonianze basate su memorie ricostruite gradualmente nel tempo rappresentano manipolazioni della mente e non possono assumere dunque valore probante, tantomeno cruciale, per emettere la sentenza di condanna.
Nel pubblico e nei tribunali non viene percepito che la memoria è imperfetta. Se non possiamo cambiare questo fatto , con un’adeguata informazione possiamo cambiare il peso che deve avere la memoria sulle prove.